Pietro, quante volte hai giudicato oggi?

Fratelli,
che dire di noi, ad onor del vero, se Gesù a Pietro richiama il dover contare tanto e tanto - settanta volte sette - prima di giudicare?
E' da Dio il giudizio, fratelli, e non da noi la sorgente!
Ma noi - peccatori originali - abbiamo inquinato quella sorgente, e ora non sappiamo più contare né le volte che giudichiamo, tante sono, né le volte che perdoniamo, che sono proprio poche, lasciatemelo dire.
E già il mio dirlo a voi vi trova pronti ad arricciare il naso, a chiuder cuore e orecchie al messaggio del Vangelo, e a preoccuparci, come il nostro fratello Pietro, della misura giusta della nostra - dico nostra - giustizia.
Dov'è finito il timor di Dio in tutto questo andazzo, fratelli?
 
Gesù, in questo contesto, ci invita a contare le volte che potremmo perdonare e non lo facciamo...potremmo farlo fino a settanta volte sette, volendo, se richiamassimo su di noi l'agire di Dio.
E di contro, girando la faccia della medaglia, ci invita a contare le volte che anche solo in un giorno, apertamente o dentro di noi, poniamo giudizi sul prossimo, senza pensarci su due volte...altro che settanta volte sette!
 
Abbiamo usurpato con prepotenza l'agire giusto della divina misericordia, e vogliamo incamerarla a nostro vantaggio e piacere!
Ma Gesù non tollera ciò, e riporta alla misura di Dio le nostre fragili tabelline e gli interessati calcoli.
Per richiamarci, fratelli, che se è vero ciò che è giusto, questa verità non è in mano nostra, nelle nostre sporche mani grondanti vendette di sangue, ma nella mano di Dio, che sempre ricrea anche ciò che l'uomo distrugge.
Il perdono, fratelli, è l'agire della mano di Dio, che ricrea le cose, e oggi ci affida, proprio alle nostre mani operose, questa missione.
Oggi, quindi, che faremo?
Giudicando disperderemo questa nostra umanità, o sapremo ad immagine di Dio darle una mano per risollevarsi dalle sue cadute e dalle nostre provocanti umiliazioni?